L'IRS Americano sollecita l'adesione alle sanatorie

L'IRS (Internal Revenue Service) Americano ha rilasciato venerdì scorso (16/10/2015) il suo primo report sull'argomento da quando sono state introdotte le sanatorie connesse alla normativa FATCA (Streamlined e OVDP).
Il titolo di questo importante report (che potete integralmente trovare a questo link) è il seguente:
"Offshore compliance Programs generate $8 Billion; IRS urges people to take advantage of Voluntary Disclosures Programs"

(Le sanatorie offshore generano un gettito di 8 miliardi di dollari. L'IRS sollecita gli interessati a trarre vantaggio da tali programmi di sanatoria.)
Il titolo è piuttosto inquietante: da un lato fa subito presente l'ammontare di gettito generato dalle procedure di disclosure offshore (ben 8 miliardi di dollari), dando ad intendere l'evidente successo dell'operazione FATCA. Dall'altro invita chiaramente i dubbiosi ad utilizzare il "vantaggio" previsto dalle versione attuale delle sanatorie.
Questo report ha una notevole importanza strategica perché la dice lunga sulle intenzioni e sulla strategia a medio-lungo termine dell'IRS.
I principali commentatori Americani specializzati concordano sull'importanza del report: uno di questi ha minacciosamente titolato il suo pezzo "IRS warns offshore account holders: disclose before it's too late" - L'IRS avverte i detentori di conti all'estero: aderite alle sanatorie prima che sia troppo tardi.

E' bene analizzare il testo di questo report a fondo.
Indicheremo le parti di testo tradotto del report con caratteri neri su sfondo grigio.
"Con più di 54.000 contribuenti che hanno aderito alle sanatorie dal 2009, l'IRS oggi ricorda ai contribuenti con investimenti all'estero non dichiarati che dovrebbero fortemente considerare i percorsi esistenti per sanare la propria posizione fiscale." 
"Il rivoluzionario approccio (del FATCA) sul meccanismo di segnalazione automatico (da parte delle Banche Estere degli investimenti dei Cittadini Americani) ci ha dato una fortissima mano nel combattere l'evasione fiscale" sostiene John Koskinen, alto dirigente dell'IRS.
Il funzionario continua sostenendo che "coloro che hanno conti all'estero non dichiarati dovrebbero attentamente considerare le loro opzioni e utilizzare le vie d'uscita disponibili, comprese le sanatorie OVDP e Streamlined in modo da tornare nella piena adempienza"
Il report poi afferma che a seguito del FATCA è "meno probabile che conti finanziari all'estero (di Cittadini Americani) possano passare inosservati da parte dell'IRS": questa frase ha un sapore vagamente ironico, dato che sappiamo bene che la possibilità di sfuggire alle maglie della normativa FATCA sono, in realtà, veramente ridottissime.
Si arriva poi all'analisi quantitativa:
"Da quando l'OVDP è partita nel 2009, ci sono state più di 54.000 adesioni alla sanatoria. L'IRS ha raccolto dall'OVDP oltre 8 miliardi di dollari".
"Dal 2012, anno di introduzione della Streamlined, più di 30.000 contribuenti hanno invece utilizzato questa procedura: due terzi di questi contribuenti (cioè 20.000) hanno aderito alla Streamlined a partire dal Giugno del 2014"
Interessante anche la parte relativa ai controlli:
"Sulla base di informazioni ottenute da investigazioni, l'IRS ha condotto migliaia di controlli su conti offshore che hanno prodotto decine di milioni di dollari. L'IRS ha anche operato incriminazioni penali connesse a tali evasioni fiscali che hanno determinato accertamenti per diversi miliardi di dollari in termini di imposte e sanzioni"
Il finale risulta piuttosto minaccioso:
"L'IRS rimane determinato a fermare del tutto l'evasione fiscale internazionale dovunque succeda. Anche se l'IRS sta affrontando diversi anni di restrizioni in termini di budget, l'agenzia continuerà a perseguire queste cause in tutte le parti del mondo."

Da questo report possiamo trarre le seguenti considerazioni:
- Prima di tutto l'IRS ha fatto capire che non mollerà la presa sui detentori di conti all'estero, indipendentemente dal fatto che questi siano residenti o meno in America: svaniscono le speranze di coloro che si attendevano una modifica della normativa o una sua attenuazione per il futuro.
- Il successo di gettito dà una grande forza politica all'operazione: 8 miliardi di dollari sono una somma oggettivamente enorme, contro cui anche le armi dei teorici più scettici si infrangono. Esiste oramai la certezza che si sia formato un asse politico trasversale comune tra Repubblicani e Democratici al riguardo.
- L'IRS si sente in una posizione di forza. Il fatto che a partire dal 30 Settembre 2015 siano arrivati i primi dati dalle Banche Estere (tra i quali anche da quelle Italiane) mette in una posizione di vantaggio e di attesa l'IRS: è il contribuente "inadempiente" che deve "muoversi" perché, prima o dopo, i dati arriveranno all'IRS e questo, tramite l'incrocio dei dati, potrà scoprire con facilità gli inadempienti.
- Attenzione però ai tempi: l'IRS fa chiaramente intendere che porterà pazienza ancora per un po', ma i termini che usa fanno ipotizzare che l'attuale impianto delle sanatorie, considerato dall'IRS stesso come un impianto "vantaggioso" ("... take advantage of Voluntary Disclosure Programs"), possa non durare a lungo.
- L'uso del verbo "urge" (sollecitare) pare assolutamente calcolato: l'IRS si aspetta le sanatorie da parte degli interessati e mette pressione in tal senso prima di passare ad una potenziale "fase 2" in cui sarà, verosimilmente, messo un termine alle sanatorie o le medesime potrebbero essere rese più gravose. La fase 3, per contro, sarà quella dei controlli incrociati.

- Il finale è chiarissimo nello svelare le intenzioni dell'IRS: si andrà fino in fondo, indipendentemente da restrizioni di budget. Quest'ultima è una evidente stoccata a quelle parti minoritarie dell'establishment governativo che hanno tentato di sabotare l'iniziativa dall'interno togliendo risorse alla normativa FATCA.

Paiono, pertanto, confermate da questo report le ipotesi che già da diverso tempo abbiamo sostenuto, e cioè che la stagione Autunnale del 2015 sia la stagione più adatta per la regolarizzazione e che sia sempre più rischioso posticipare "sine die" la decisione di aderire alla sanatoria.

Enrico Povolo