FATCA: problematiche e rischi per il Cittadino Americano che valuta di aspettare a regolarizzarsi.

Una delle domande più frequenti che sono poste al nostro Studio in questi giorni è la seguente: che rischi e che problematiche ci sono nel caso in cui il Cittadino Americano residente in Italia decidesse di aspettare a regolarizzarsi ai sensi della normativa FATCA? 
Ovviamente è una domanda estremamente "ampia" e necessita di una serie di precisazioni e delimitazioni: bisogna distinguere che cosa si aspetta e perché.
In questo post cercheremo di approfondire i motivi per cui può essere più o meno rischioso aspettare e perché.


Partiamo dunque da che cosa ci si aspetta dall'attesa e quali sono i benefici e i rischi connessi.

1. Aspettare un cambio normativo da parte Americana.
Come già detto più volte in questo sito, a nostro avviso, aspettare un cambio normativo più favorevole al Cittadino Americano residente all'estero è sostanzialmente una chimera. Il fisco Americano ha più volte affermato che la via d'uscita "facile" esiste già, ed è quella della Streamlined Offshore Procedure, la quale non prevede sanzioni. Le reazioni al recente tentativo di abrogare il FATCA (riportate in uno dei precedenti post) ci fanno capire che l'Amministrazione Americana è estremamente determinata a proseguire sulla strada già intrapresa, senza esitazioni di sorta. Nè, a nostro avviso, c'è da molto da sperare in un processo di ulteriore semplificazione burocratica del processo di regolarizzazione (cioè in una Streamlined più semplificata): a tal proposito è bene ricordare che la SOP è già stata fortemente semplificata nel Giugno del 2014.
Se l'attesa ha questi obiettivi, il Cittadino Americano si espone ai rischi connessi con il decorso del tempo (vedasi il punto 5) senza aver grandi probabilità di ottenere molto.

2. Aspettare la fine del processo legislativo Italiano di recepimento della normativa.
Questa è una fase di attesa che riguarda sia le Banche, sia i Cittadini Americani: fino a che questa fase non sarà completata, non sarà possibile per le Banche spedire i dati finanziari all'IRS.
Ovviamente è del tutto inutile fare delle previsioni sul momento in cui questo processo sarà perfezionato da parte delle Autorità Italiane, che sono notoriamente inattendibili al riguardo.
Per ciò che ci riguarda, tramite il nostro sito daremo tempestivamente tutti gli aggiornamenti del caso sia sulla data della Legge di Ratifica, sia sulla pubblicazione dei vari decreti attuativi, sia, infine, sulla data della prima, fatidica, trasmissione di dati all'IRS. 
Quest'ultima data è da considerarsi il punto cruciale di questa fase, dato che una volta che i dati sono in mano all'IRS i rischi aumentano notevolmente visto che l'IRS può fare tutti gli incroci del caso e "scoprire" autonomamente il Cittadino Americano prima che questo faccia la Streamlined Offshore Procedure. Si veda per maggiori dettagli il successivo punto 5.
 
3. Aspettare di firmare l'Autocertificazione della Banca.
Questo motivo di attesa è collegato al precedente.
Da diversi mesi le Banche hanno posto i Cittadini Americani di fronte alla firma della ben nota Autocertificazione. Come già più volte evidenziato, le Banche si sono mosse con tempestività (a differenza del Legislatore Italiano) ma hanno adottato criteri molto diversi sia dal punto di vista informativo sia nella delicatezza con cui il problema è stato posto al cliente: alcune banche hanno avuto un approccio particolarmente "duro" minacciando sospensione e chiusura dei conti correnti in caso di mancata firma dell'autocerticazione. Altre Banche hanno avuto un approccio più "soft", cercando di informare, per quanto possibile, i clienti delle problematiche emergenti. 
Tutte le Banche, comunque, finora hanno temporeggiato e nessuna, a nostra conoscenza, ha preso finora provvedimenti definitivi, anche perchè, come detto, la Legge di ratifica è ancora in fase di approvazione e mancano i decreti attuativi.
Perciò aspettare a firmare l'autocertificazione può aver senso fintantochè le Banche non minacceranno provvedimenti definitivi nei confronti del cliente.
4. Aspettare di ricevere il SSN da parte del Consolato.
Questo processo di attesa, che riguarda solo i Cittadini Americani che sono sprovvisti del Social Security Number (SSN) e lo hanno richiesto al Consolato di competenza (con relativa attesa di qualche mese) è di fatto un passaggio obbligatorio, dato che non è possibile fare le Dichiarazioni dei Redditi in America (SOP e Tax Return) senza il SSN.
Ovviamente questa fase di attesa può protrarsi oltre il dovuto ed esporre il Cittadino Americano a dei rischi, motivo per il quale è consigliato, in caso di assenza di SSN, di rivolgersi subito al Consolato di competenze per la richiesta in modo da ridurre al minimo i rischi di un'eccessiva attesa.
5. Aspettare le mosse dell'IRS una volta che questo ha ricevuto i dati finanziari.
Qui ci poniamo nel punto cruciale della questione FATCA e cioè nel momento in cui la prima spedizione dei dati finanziari da parte delle Banche verso l'IRS è già avvenuta. L'IRS, pertanto, ha in mano l'informazione che il tal Sig. Mario Rossi, nato a New York ma residente in Italia, detiene nel 2014 presso la Banca Italiana X un conto corrente di 15.436 $ che non ha mai dichiarato negli USA (mentre, come sappiamo, avrebbe dovuto presentare il modello FBAR). Attenzione qui ad un punto: l'IRS in prima battuta, con i soli dati finanziari in mano, non può contestare al Sig. Mario Rossi di non aver dichiarato i suoi redditi nella dichiarazione Americana, dato che l'IRS non li conosce ancora. In prima battuta l'IRS vede semplicemente che il Sig. Rossi, Cittadino Americano residente in Italia, ha un conto corrente in Italia di un importo superiore ai 10.000 $ e non lo ha dichiarato. Ovviamente, in base a questo "indizio" l'IRS può ben chiedere anche tutti i dati reddituali del Sig. Rossi all'Agenzia delle Entrate Italiana, che è tenuta a fornirli.

Ora, sia che l'IRS abbia sia che non abbia i dati reddituali in mano, dobbiamo cercare di immaginare quali siano le mosse dell'IRS. Facciamo presente che, trattandosi di una normativa NUOVA, e non essendoci alcuna precedente esperienza "simile", nessuno sa cosa possa succedere e dunque LE SEGUENTI CONSIDERAZIONI SONO SEMPLICEMENTE DELLE IPOTESI BASATE SULLE NOSTRE OPINIONI.

L'IRS potrebbe seguire, a nostro avviso, una triplice strategia, in ordine di maggiore aggressività:

A) mandare ai Cittadini Americani che non si sono regolarizzati con la SOP (definiamoli "inadempienti") un semplice invito a fare una delle due "Voluntary Disclosures" previste, la SOP o la OVDP, lasciando i termini e le condizioni di applicazione delle stesse inalterati (cioè, ad esempio, mantenendo la SOP a zero sanzioni). E' un'ipotesi che definiamo "ottimistica".

B) Mandare ai soggetti "inadempienti" un invito a fare una delle due "Voluntary Disclosures" previste, modificando però le stesse e prevedendo delle sanzioni maggiori rispetto al caso in cui il Cittadino Americano avesse applicato alle Disclosures spontaneamente. Questa soluzione è più probabile della precedente, a nostro avviso, dato che in America c'è una cultura giuridica di grande rispetto per le "regole del gioco": se sono stabilite zero sanzioni per l'adesione spontanea, è da attendersi che le sanzioni ci siano in caso di adesione "forzata".

C) Mandare ai soggetti "inadempienti" direttamente un procedimento di Audit: il che significa impedire di default l'accesso alle procedure di Disclosures e chiedere conto agli stessi per intero di imposte, sanzioni ed interessi. E' l'ipotesi temuta da tutti, ma visti i probabili numeri di inadempienti, è complessa una sua applicazione in massa. Se questa opzione sarà considerata dall'IRS, è possibile che sarà rivolta per prima ai soggetti che per consistenze finanziarie e reddituali siano considerati maggiormente a rischio.

Ovviamente, ripetiamo, tutte le suddette sono solo ipotesi.

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Per tutte le considerazioni sopra esposte, ci sentiamo di poter dire che ognuna delle suddette fasi di attesa comporta l'assunzione di determinati rischi rispetto alla regolarizzazione immediata e deve essere, nel caso, attentamente valutata e monitorata in relazione al contemporaneo svolgimento del processo legislativo.


Enrico Povolo