La normativa FATCA è diventata legge (con una novità per gli Americani residenti in Italia che hanno investimenti negli USA)
Dopo una serie di complesse vicissitudini, è arrivato ieri dal Senato Italiano il via libera definitivo all'approvazione della Ratifica dell'accordo IGA firmato tra Italia e Stati Uniti il 10 Gennaio 2014.
Pertanto la normativa FATCA, recepita dal suddetto accordo, è ad oggi diventata una Legge dello Stato Italiano.
Come già più volte affermato in questo sito, ora i passi che rimangono da fare a livello normativo e operativo sono i seguenti, in ordine cronologico:
- Emanazione di un Decreto da parte del Ministero dell'Economia per l'attuazione della suddetta normativa;
- Emanazione di un Provvedimento da parte del Direttore dell'Agenzia delle Entrate per chiarire le modalità di invio dei dati dagli intermediari finanziari all'Agenzia delle Entrate;
- Una Circolare dell'Agenzia delle Entrate, volta a fare chiarezza sugli aspetti dubbi finora emersi tra gli addetti ai lavori.
Tutti e tre questi passaggi sono delicati: considerando che siamo alle porte dell'estate e che la scadenza che l'Agenzia delle Entrate (con un Comunicato Stampa) ha fissato per la spedizione dei dati all'IRS è al 30 Settembre 2015, non è improbabile una proroga di tale termine.
Un punto particolarmente delicato è relativo al testo del Decreto del Ministero dell'Economia, di cui è già presente una bozza: questo testo dovrà essere rivisto con il recepimento degli emendamenti approvati in sede di approvazione in Senato.
In particolare gli emendamenti riguardano una maggiore chiarezza sull'aspetto sanzionatorio ed un impegno a garantire il rispetto del principio di reciprocità nello scambio automatico di informazioni.
Questo principio prevede che se uno Stato si impegna a fornire automaticamente i dati ad un altro Stato, quest'ultimo deve impegnarsi in pari modo nei confronti del primo.
Ciò significa che anche gli Stati Uniti dovranno impegnarsi in un prossimo futuro a fornire automaticamente alle Autorità Fiscali Italiane i dati delle attività finanziarie detenute negli USA da parte di residenti Italiani.
Questo è un punto di una certa importanza su cui cerchiamo di fare chiarezza con un esempio: ipotizziamo un Cittadino Americano che risieda in Italia ma detenga negli Stati Uniti un conto corrente bancario. Ipotizziamo anche che il Cittadino Americano abbia fatto solo la Dichiarazione dei Redditi in Italia per i redditi ivi prodotti e NON abbia riportato nella Dichiarazione Italiana gli investimenti detenuti negli USA.
Ora, in un tale caso le cose da fare per regolarizzarsi sono due:
a) fare, come ben sappiamo, la sanatoria in America per regolarizzare la mancata presentazione delle Dichiarazioni. Vedasi tutti i post precedenti circa la Streamline Offshore Procedure.
b) fare una Voluntary Disclosure Italiana per non aver indicato nella Dichiarazione Italiana i conti correnti o le attività finanziarie e gli investimenti mai comunicati: è infatti obbligatorio anche per un residente Italiano segnalare tutti gli investimenti detenuti all'estero.
Pertanto il Cittadino Americano residente in Italia dovrà, da un lato comunicare agli Stati Uniti tutti i dati delle attività finanziarie detenute in Italia e dovrà parimenti dall'altro lato comunicare all'Agenzia delle Entrate (tramite il quadro RW della Dichiarazione dei Redditi) tutti i dati dei suoi investimenti detenuti in America.
Ricordiamo che anche un semplice conto corrente bancario è da considerarsi alla stregua di investimento e va segnalato.
La Voluntary Disclosure Italiana è una procedura in qualche modo assimilabile alla Streamline Americana, con alcune differenze importanti:
- la Stramlined è priva di sanzioni, mentre la Voluntary Disclosure Italiana prevede delle sanzioni.
- la Streamlined non prevede alcuna scadenza, mentre la Voluntary Disclosure Italiana ha come scadenza il 30 SETTEMBRE 2015.
La scadenza della Voluntary Disclosure Italiana insieme con l'impegno alla reciprocità richiesto dalla Ratifica all'accordo FATCA comporta che i soggetti Americani residenti in Italia che hanno degli investimenti negli USA finora mai segnalati nel quadro RW, sono di fatto obbligati a farli emergere in Italia, dato che a breve lo scambio reciproco delle informazioni li renderà automaticamente noti alle Autorità Fiscali Italiane.
L'emersione volontaria non può che avvenire tramite la Voluntary Disclosure: attendere che sia lo Stato Italiano a sanzionarle non è un'opzione, dato che ci sono sanzioni estremamente elevate per la mancata compilazione del quadro RW.
Più in generale consigliamo di fare una Voluntary Disclosure a tutti i soggetti residenti in Italia e che detengano conti correnti e attività finanziarie o investimenti all'estero, non solo in America: anche se il Paese in cui si detiene l'attività finanziaria o l'investimento non ha firmato uno specifico impegno con l'Italia per richiedere la reciprocità nello scambio automatico delle informazioni, a partire dal 2017 il protocollo CRS (Common Reporting Standard) dell'OCSE prevede la creazione di un database mondiale della attività finanziarie che di fatto permetterà a qualsiasi Stato aderente di sapere istantaneamente dove ogni suo Cittadino ha investito i propri capitali all'estero.
Ricordiamo che il nostro Studio è in grado sia di presentare le sanatorie per la regolarizzazione negli USA (Streamlined Offshore Procedure) sia di presentare la Voluntary Disclosure presso le Autorità Fiscali Italiane.
Enrico Povolo