La rinuncia alla Cittadinanza Americana e la Expatriation Tax

Una delle conseguenze più evidenti della normativa FATCA è stato l'aumento di rinunce alla Cittadinanza Americana.
In questo articolo analizziamo la dinamica della Rinuncia alla Cittadinanza Americana avendo particolare interesse alle conseguenze fiscali che sono particolarmente importanti.
La cosa che è da dire senz'altro è che la scelta di rinunciare alla Cittadinanza senza aver adempiuto agli obblighi fiscali Americani è da scartare subito.



Ora, approfondiamo meglio questo processo di rinuncia.

Primo punto: per quanto possa essere banale, è bene ricordare che si può rinunciare ad una Cittadinanza solo laddove ce ne sia un'altra. Questa affermazione va spiegata, perché laddove il Cittadino Americano si sia stabilizzato in un altro Paese e lì viva regolarmente senza però esserne diventato Cittadino, potrebbe anche rinunciare "tout court" alla Cittadinanza Americana, dato che questo non pregiudicherebbe a priori il permesso di soggiorno illimitato di cui presumibilmente dispone nel Paese di residenza. Però la mancanza di una Cittadinanza comporta la revoca del Passaporto e pertanto il soggetto rinunciante si troverebbe a non poter viaggiare, qualora non avesse una seconda Cittadinanza.
In un caso come questo è senz'altro il caso di applicare per la Cittadinanza per il Paese di Residenza prima di rinunciare alla Cittadinanza Americana.

Secondo punto: come già detto in precedenti post, la rinuncia alla Cittadinanza Americana NON ESONERA DAGLI ADEMPIMENTI DELLA STREAMLINED OFFSHORE PROCEDURE e dall'obbligo di presentazione della Dichiarazione dei redditi negli USA per il passato.
Se facciamo l'ipotesi di un Cittadino Americano che rinunci alla Cittadinanza Americana con effetto dal giorno 14 Marzo 2015, questo soggetto, qualora non abbia mai presentato la Dichiarazione dei Redditi in America, dovrà presentare la SFOP nonché la Dichiarazione Americana per il 2014 e la Dichiarazione Americana per il 2015 (per il periodo che va dal 1 Gennaio 2015 al 13 Marzo 2015).
Pertanto la domanda che ci viene spesso posta circa la possibilità di evitare gli adempimenti suddetti con la rinuncia alla Cittadinanza Americana ha una risposta negativa.
E' da attendersi che l'IRS, nel suo processo di valutazione attenta di coloro che devono passare sotto le "forche caudine" della Streamlined Foreign Offshore Procedure (o della ben più stressante OVDP (Offshore Voluntary Disclosure Program)) non lasci sguarnita la "via d'uscita" della rinuncia alla Cittadinanza: è nostra opinione che i soggetti rinuncianti saranno con tutta probabilità sottoposti a notevoli controlli (successivi alla rinuncia) da parte dell'IRS.
E' pertanto evidente che la posizione del soggetto controllato, rinunciante e inadempiente, sarebbe molto delicata, dato che si troverebbe a non poter più usufruire di alcuna sanatoria: un eventuale audit dell'IRS porterebbe a pesanti sanzioni, tra cui quelle per la mancata compilazione del quadro FBAR, che, ricordo, prevedono una sanzione minima di 10.000 $ per anno di violazione per conto corrente.
La rinuncia alla Cittadinanza Americana, dunque, fa venire meno l'obbligo fiscale solo a partire dalla data di cessazione della Cittadinanza stessa.
Perciò, per evitare queste situazioni è importante dapprima adempiere compiutamente agli obblighi fiscali Americani e poi rinunciare alla Cittadinanza.

Terzo punto: da un punto di vista pratico, il processo di rinuncia comporta, oltre al pagamento della tassa di 2.350$, almeno due incontri con personale qualificato del Consolato ("two intensive interviews") presso il Consolato Americano di competenza e alla fine la revoca del passaporto.
Per ciò che concerne l'ultimo punto, una novità di questi ultimi giorni è che il Dipartimento di Stato ha aggiornato il suo manuale operativo, chiarendo che il soggetto rinunciante può mantenere il passaporto fino al termine del processo di rinuncia della Cittadinanza. Si erano infatti verificati dei casi in cui il soggetto, dovendo consegnare il proprio passaporto al momento della domanda di rinuncia, rimaneva senza possibilità di viaggiare.

Quarto punto: da un punto di vista fiscale, oltre a essere in regola con tutti gli adempimenti fiscali degli ultimi 5 anni, il soggetto rinunciante deve fare anche i conti con la "Expatriation Tax". Questa tassa si caratterizza perché va a colpire le eventuali plusvalenza latenti nel patrimonio del Cittadino Americano uscente.
Vediamo di spiegare la questione con un esempio: un Cittadino Americano ha investito nell'anno 2000 dei titoli negli Stati Uniti per 100.000$. Il giorno 12 Marzo 2015 ottiene la rinuncia alla Cittadinanza Americana: per la Expatriation Tax, si ipotizza che il soggetto abbia venduto i titoli alla data del 12 Marzo 2015; si va pertanto a guardare il valore di borsa di quei titoli alla data del 12 Marzo 2015. Nella fattispecie, ipotizziamo che il valore di borsa quel giorno fosse di 127.947$. Il soggetto, pertanto, benché non abbia effettivamente venduto i titoli, sarà tassato dalla Expatriation Tax sulla plusvalenza (capital gain) e cioè sulla differenza tra 127.947$ e i 100.000$ inizialmente investiti.
E' da tenere bene a mente che la Expatriation Tax è una tassa che vuole colpire coloro che rinunciano alla Cittadinanza Americana a motivo di una "tax avoidance". La tax avoidance c'è qualora ci sia almeno uno dei due seguenti requisiti:

1) La tassa media netta sul reddito degli ultimi 5 anni prima della rinuncia sia superiore a 157.000$ (dato del 2014);
2) Il patrimonio netto alla data della rinuncia sia di almeno 2.000.000$.
Se nessuno di questi due requisiti è presente, la Expatriation Tax non si applica
Ricordiamo infine che il Form di competenza per la Expatriation Tax è il Form 8854.
Alla fine del processo di rinuncia della Cittadinanza sta l'emissione del "Certificate of Loss of Nationality", documento di cui talune banche richiedono l'esibizione al momento della firma dell'Autocertificazione ai fini del FATCA.

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Enrico Povolo