Possibili evoluzioni della normativa Americana in conseguenza del FATCA

La normativa FATCA ha portato ad un aumento notevole di burocrazia e costi di consulenza per tutti i Cittadini Americani residenti al di fuori degli Stati Uniti.
Il Cittadino Americano, infatti, si trova, alla data odierna, a dover valutare:
- la presentazione della Streamlined Offshore Procedure per sanare le annualità dal 2013 fino al 2008 (nel dettaglio la procedura chiede tre dichiarazioni dei redditi per gli anni 2013, 2012 e 2011 e sei modelli FBAR, dal 2013 al 2008 compresi);
- la presentazione della Tax Return Americana per il 2014.
Una delle differenze tra i due adempimenti è che mentre il primo, sebbene decisamente più impegnativo documentalmente ed in termini di costi, è una tantum e trattandosi di una procedura condonatoria, esaurisce le pendenze per ciò che riguarda il passato, il secondo è relativo al futuro e pertanto durerà vita natural durante.


E' proprio questo uno degli aspetti più "pesanti" della normativa FATCA combinata con il principio della Citizen Base Taxation: il Cittadino Americano non è solo richiesto di chiudere con il passato, ma di rimanere collegato all'IRS per il futuro, con costi che sono tutt'altro che irrilevanti.
Il problema è più sul versante del costo della consulenza americana che sul versante della tassazione USA, dato che dall'imposta americana calcolata si detrae il credito d'imposta per le imposte italiane già pagate (in via definitiva): è pertanto solitamente poco probabile che la dichiarazione di un Cittadino Americano residente in Italia e con soli redditi Italiani possa determinare un debito di imposta negli States.
Qui apriamo una parentesi molto breve, che sarà poi trattata più approfonditamente in un prossimo post, per tenere presente anche un altro problema di non poco conto e che è sempre collegato con la problematica di dover presentare continuativamente la dichiarazione. Il Cittadino Americano residente in Italia deve sempre tener presente che qualora si presenti una problematica fiscale particolare, cioè che esuli dall'ordinario, non ne deve valutare l'impatto solo per il fisco Italiano, ma deve considerarne anche il riflesso per il fisco Americano.
Il caso capitato nei giorni scorsi a Boris Johnson, Sindaco di Londra, è emblematico: Johnson aveva ceduto una proprietà immobiliare a Londra ricavandone una plusvalenza che, per il regime fiscale britannico, era da considerarsi esente da imposta. Essendo però lui anche cittadino americano, non aveva fatto i conti con l'IRS: il quale, infatti, gli ha puntualmente fatto notare che quella plusvalenza emersa in terra britannica non era affatto esente per la normativa USA e che pertanto, se le imposte britanniche non erano dovute, lo erano invece senz'altro quelle americane. La questione è diventata in un baleno di dominio pubblico e, nonostante le proteste vigorose ed assolutamente condivisibili del Sindaco, alla fine Boris Johnson ha dovuto pagare per intero le imposte americane.
Alla luce di tutto ciò, in presenza di una doppia dichiarazione da presentare, il Cittadino Americano residente all'estero e posto di fronte ad una fonte di reddito "non ordinaria" ha il notevole handicap di dover pensare ad un duplice risvolto fiscale, quello italiano e quello americano, con tutte le problematiche ed i costi che questo comporta.

Detto tutto ciò, è evidente che il Cittadino Americano residente all'estero, e magari privo di contatti con gli USA, mal sopporta questo giogo da parte dell'IRS che ritiene, giustamente, inaccettabile: cerca pertanto immediatamente di uscirne.
Le strade per uscirne sono due:
- la prima è aspettare e vedere se ci saranno delle evoluzioni della normativa Americana che possano in qualche maniera mitigare o annullare questo duplice adempimento;
- la seconda è rinunciare alla Cittadinanza Americana.
Tratteremo della seconda opzione in uno prossimo post.
Sul primo punto ci sono alcune considerazioni da fare:
1) Innanzitutto è a nostro avviso abbastanza improbabile che la normativa possa cambiare a breve. Tutta la struttura del FATCA è stata fatta per "chiudere una gabbia" attorno ai Cittadini Americani che hanno "fatto i furbi" in passato.
Le vie di uscita dalla gabbia sono tre:
- o si è in regola con gli adempimenti fiscali Americani;
- o si fa la Streamlined Offshore Procedure, per il passato, e si comincia a presentare gli adempimenti fiscali Americani, per il futuro;
- o si aspetta che i dati bancari, via FATCA, arrivino in mano all'IRS che poi penserà a rintracciare gli eventuali soggetti inadempienti.
Stante queste premesse, è piuttosto inverosimile pensare che dopo aver chiuso "la gabbia" l'IRS e le autorità Americane prevedano a breve modalità di "esenzione" di qualche genere. E' più probabile, a nostro parere, che i tecnici dell'IRS setacceranno fino in fondo "la gabbia" ed eviteranno di mettere a breve soglie di esenzione di qualche genere per non dare possibilità di via d'uscita ai "furbi".
2) Solo dopo aver passato al setaccio tutto, è possibile che le autorità Americane possano decidere di dare una mano ai Cittadini Americani residenti all'estero, alleggerendo gli adempimenti cui sono sottoposti. Ci sono in tal senso diverse proposte di legge:
A) quella dell'ACA (American Citizen Abroad) prevede il cambio dall'impostazione CBT all'impostazione RBT (Residence Base Taxation), che sarebbe in linea con tutti gli altri Paesi OCSE; è senz'altro una buona proposta, anche se tecnicamente molto impegnativa per il sistema fiscale americano.
B) quella dell'amministrazione Obama, che sta proponendo di abolire l'obbligo di redigere la Tax Return Americana qualora ci siano tutte le seguenti condizioni:
- il Cittadino Americano sia divenuto tale alla nascita;
- egli sia anche Cittadino di un altro Paese;
- egli non sia mai stato residente negli USA dall'età di 18 anni e mezzo;
- egli non abbia mai avuto un passaporto USA o l'abbia richiesto solo per lasciare gli USA prima dei 18 anni e mezzo;
- egli rinunci alla Cittadinanza Americana entro due anni dal 1 Gennaio 2016;
- egli certifichi che tutte le sue obbligazioni fiscali verso gli USA siano completamente pagate.
Questa proposta, a parere di chi scrive, è piuttosto macchinosa e la condizione di non avere mai avuto il passaporto americano pare molto stringente e priva di una giustificazione logica chiara.
C) una terza via potrebbe essere quella di mantenere le impostazioni giuridiche attuali e di innalzare invece i threshold limits concernenti reddito e patrimonio di Cittadini Americani residenti all'estero. In tal caso potrebbero essere esonerati dagli adempimenti (Tax Return e FBAR) solo le posizioni "meno rilevanti" continuando ad essere sottoposti agli usuali adempimenti i soggetti con redditi esteri di una certa rilevanza, che possono anche sostenere il peso della consulenza di una adempimento aggiuntivo estero.
3) In ogni caso, qualsiasi sia la potenziale variazione normativa, sarà efficace solo per il futuro e pertanto sia l'obbligo attuale di presentare la Streamlined Procedure, sia l'obbligo attuale di presentare la Tax Return 2015 (per il reddito 2014) non sono in discussione.
4) L'IRS ritiene, tra l'altro, di aver già "teso la mano" ai Cittadini Americani residenti all'estero costruendo per loro la Streamlined Offshore Procedure, la quale NON prevede sanzioni per tutte quelle violazioni che siano state non-willfull.

Enrico Povolo